Storia di Bologna: aneddoti e curiosità dalla nascita ad oggi
Sei curioso di scoprire qualche curiosità sulla storia di Bologna?
Sei nel posto giusto: in questa guida ti racconteremo qualcosa in più sulla nascita di questa città e sulla sua evoluzione nel corso dei secoli, ripercorrendo le tappe più significative da conoscere.
Bologna è una città davvero affascinante: dai monumenti alla gastronomia, dall’arte all’innovazione, questa è in grado di offrire a chi la vive tantissime opportunità, soprattutto per i giovani.
Vediamo ora qualche aneddoto in più sulla storia di Bologna, sui suoi abitanti e sulle attrazioni simbolo della città.
Quello che devi sapere sulla storia di Bologna
Oggi il comune di Bologna conserva le tracce di antiche civiltà e mantiene intatto il suo fascino medievale. Ma vediamo tutte le tappe più importanti della nascita e dello sviluppo di questa meravigliosa città.
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Nascita di Bologna
L’origine della città di Bologna è avvolta nel mito. Esistono, infatti, diverse leggende sulla nascita di Bologna: per alcuni la fondazione della città è legata all’umbro Ocno, messo in fuga dall’Umbria dall’etrusco Auleste, che fondò un villaggio dove ora sorge Bologna, e successivamente ancora scacciato dagli etruschi.
Una delle storie più affascinanti è quella che narra del re etrusco Fero, originario di Ravenna e approdato nella pianura tra i torrenti Aposa e Ravone, il quale assieme ai suoi uomini cominciò ad insediarsi in quella terra sconosciuta ma fitta di vegetazione e in un’ottima posizione geografica.
Il villaggio costruito dal re Fero si sviluppò intorno al torrente Aposa. Un giorno, però, l’amante di Fero venne travolta da una piena del fiume mentre stava raggiungendo l’abitazione di Fero per vie nascoste. Da allora il torrente prese il nome della donna, Aposa. Il villaggio crebbe e Fero decise di proteggerlo con una cinta muraria e, benché anziano, lavorò lui stesso alla costruzione. Durante il lavoro, in una caldissima giornata estiva la figlia di Fero porse al padre un recipiente d’acqua a patto che Fero desse il suo nome alla città. Fero acconsentì e mantenne la promessa; da quel momento la città prese il nome della figlia, Felsina.
Bononia: l’antica colonia romana
Il senato della Repubblica romana votò nel 189 a.C. l’istituzione della colonia romana di Bononia. Nel periodo romano, Bologna fu una città fiorente, con oltre ventimila abitanti, imponenti costruzioni e grandi teatri.
Durante l’età augustea, Bononia si arricchì di una fitta rete di pavimentazione stradale e vennero costruite importani infrastrutture come le fognature e l’acquedotto che convogliava le acque dal torrente Setta nei pressi di Sasso Marconi e la portava, come avviene tuttora, alle porte della città passando per Casalecchio di Reno con una galleria di 18 chilometri.
Anche gli edifici pubblici trovarono ampio spazio nella città e si diffuse l’impiego di marmi e del mosaico.
Dal Medioevo al Rinascimento
Il massimo splendore di Bologna si raggiunse nel XIII secolo, non solo per il fatto che la città avesse una forte connotazione culturale, ma anche perché le milizie cittadine sconfissero l’esercito dell’Imperatore nel 1249, facendo prigioniero fino alla morte Re Enzo, figlio di Federico II di Svevia.
Tutto il secolo fu caratterizzato da grandi innovazioni dal punto di vista sociale: vennero approvate importanti riforme che contribuirono alla grande crescita della città. Bologna fu la prima città europea ad abolire la servitù della gleba e il suo sviluppo urbano dei tempi era pari a quello di Parigi.
La decadenza della città iniziò dal XVI secolo, quando iniziarono una serie di guerre civili e l’assoggettamento al potere papale. Nel corso di più di due secoli, la lotta per la supremazia all’interno della città venne giocata da grandi famiglie, come i Visconti, sotto l’influenza della Chiesa Romana.
Le dispute tra famiglie, tuttavia, portarono ad una crescita dello sviluppo architettonico e culturale della città: a livello artistico Bologna raggiunse una posizione di rilievo assoluto nella pittura coi Carracci, Guido Reni, il Guercino e le loro fiorenti scuole. Nacque anche una scuola di architetti e pittori scenografi che acquistò, col Ferdinando Bibiena ed il figlio Antonio, una fama di livello europeo.
Era napoleonica
Con l’arrivo di Napoleone, Bologna diventò la prima capitale della Repubblica Cispadana e il secondo centro della Repubblica Cisalpina.
Bologna fu parte attiva delle lotte risorgimentali e, con l’annessione al Regno di Piemonte, entrò a far parte del nuovo stato italiano nel 1859.
La città divenne un importantissimo nodo ferroviario italiano e di conseguenza un notevole centro di importazioni ed esportazioni commerciali.
Nel 1881 il comune redasse il piano di ampliamento della città che condizionò lo sviluppo di Bologna fin dopo la seconda guerra mondiale. Si realizzò via dell’Indipendenza, completata nel 1890, furono avviate le opere delle attuali via Farini e via Garibaldi.
Venne iniziata la sistemazione dei Giardini Margherita, fu costruita l’attuale sede del Teatro Duse, della Banca d’Italia e completata quella della Cassa di Risparmio.
L’ampliamento mutò notevolmente l’immagine della città e l’estensione oltre la cinta muraria contemplava l’abbattimento della stessa. Solo il protrarsi dei lavori fino al 1920 permisero di salvare quasi tutte le porte, fatta eccezione per Porta Sant’Isaia e Porta San Mamolo, che furono demolite.
Successivamente vennero restaurati il Palazzo del Comune, Palazzo Re Enzo, Palazzo dei Notai e Palazzo del Podestà oltre alla chiesa di Santa Maria dei Servi e alla Basilica di San Francesco.
Il Novecento
Parlando della storia di Bologna in epoca giolittiana, verso la fine dell’Ottocento i cattolici cominciarono la collaborazione coi liberali nella gestione della cosa pubblica.
Nel 1914 i socialisti vinsero le elezioni amministrative ed il 15 luglio entrò a Palazzo d’Accursio la prima amministrazione socialista, il sindaco fu Francesco Zanardi, che si caratterizzò per la tutela dei ceti popolari durante il primo conflitto mondiale.
I fascisti iniziarono ad insediare la città nel 1920. La resistenza verso i fascisti e l’ostilità nei confronti di Mussolini si palesò con un attentato rivolto proprio a lui, che però rimase illeso. Dopo questo attentato, nel 1926, terminò in Italia la libertà di stampa e vennero sciolti i partiti antifascisti.
Durante il secondo conflitto mondiale, Bologna si contraddistinse per la resistenza e l’attività dei gruppi partigiani. In quegli anni, la città subì sanguinosi bombardamenti, che si protrassero fino alla primavera del 1945, causando gravi distruzioni ed oltre tremila morti.
Dopo il conflitto, molte industrie erano gravemente danneggiate, come la rete ferroviaria e quelle stradali, idrica, elettrica, fognaria e del gas. Le amministrazioni successive si impegnarono per restaurare la città e restituirle il suo vecchio splendore.
Dal dopoguerra la città è stata quasi esclusivamente amministrata dalla sinistra, tanto che l’appellativo Bologna la Rossa, che originariamente derivava dal colore dei mattoni dei palazzi del centro storico, iniziò ad avere una connotazione politica.
Così come in tutta Italia, anche Bologna subì il peso degli anni di piombo, negli anni settanta. Proprio Bologna fu teatro del più grande attentato della storia d’Italia, passato tristemente alla storia come la strage di Bologna: un gruppo terroristico fece esplodere nella stazione della città una bomba che causò 85 morti e oltre 200 feriti.
Ad oggi Bologna è una dei centri urbani più sviluppati d’Italia, nota per la sua cucina, per la sua storia e la sua cultura.