Come fare un’analisi del testo: ecco i passaggi da seguire
Come fare un’analisi del testo? Questa è sicuramente una delle domande che ti sarai posto più spesso quando ti sei trovato a dover affrontare un’analisi del testo narrativo o poetico.
L’analisi di un testo letterario, sia esso narrativo o poetico, richiede non solo una buona capacità di scrittura, ma anche e soprattutto di un’ottima capacità di comprensione del testo e analisi sia contenutistica che formale. Il fine ultimo . quello di imparare l’approccio giusto per comprendere il significato profondo di un qualsiasi testo, sfruttando questa abilità non solo all’università, ma anche nel mondo del lavoro.
Vediamo ora come fare un’analisi testuale, dai procedimenti da seguire agli accorgimenti da adottare.
Quello che devi sapere per fare un’analisi testuale
Devi svolgere un’analisi del testo ma non sai da dove iniziare? Niente paura: in questa guida dell’Università Niccolò Cusano di Bologna ti spiegheremo, passo dopo passo, come si fa un’analisi del testo perfetta. Se sei pronto, iniziamo subito.
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Analisi del testo: i passaggi da seguire
Per un’analisi del testo generica, i principi da seguire e da applicare possono essere riassunti in questi punti:
- Leggi con assoluta attenzione tutto il testo: che si tratti di prosa o poesia, leggi tutto il brano, compresa l’introduzione. Se propedeutico alla comprensione del testo, rileggilo più volte, almeno due o tre. Rileggere il brano, infatti, ti aiuterà a fissare meglio i concetti e a comprendere anche le sfumature che possono sfuggire al primo sguardo;
- Prepara una scaletta: prima di iniziare a scrivere, prepara una scaletta che racchiuda tutti i punti da seguire per svolgere la traccia. In una buona scaletta sono contemplati un’introduzione all’argomento, la parte relativa alla comprensione del testo (tematica e riassunto o parafrasi), l’analisi del testo (argomenti trattati, stile, analisi formale) , l’approfondimento e la conclusione (approfodimenti vari, confronti).
Vediamo ora come articolare ciascun punto di questa scaletta:
- Fase introduttiva: come abbiamo detto, se vuoi capire come si fa l’analisi del testo devi partire dall’introduzione. In questo spazio devi presentare il testo da analizzare precisando il titolo, l’autore, l’opera, e la tematica principale.
- Comprensione del testo: a questo punto dovrai fare un piccolo riassunto del testo, così da delinearne il contenuto nei punti generali. Nel caso della poesia è possibile che venga richiesto di fare la parafrasi;
- Analisi del testo: dopo la parte relativa alla comprensione del testo, si passa all’analisi vera e propria. L’obiettivo è quello di rispondere alle domande che accompagnano il testo, che potrebbero avere a che fare con correnti letterarie, stile di scrittura, tematiche e termini specifici. Nel caso della poesia bisogna analizzare anche l’aspetto formale, dunque la metrica e le figure retoriche, ricordando di riportare sempre le parti del testo citate;
- Interpretazione complessiva e approfondimenti: mentre ci avviamo alla parte conclusiva della nostra analisi, è bene arricchirla con approfondimenti come nessi con altre opere dello stesso autore o di altri, magari inserendolo nel contesto storico-letterario a cui appartiene.
Analisi del testo poetico: come procedere
Nel paragrafo precedente abbiamo visto, in linea generale, i passaggi da mettere in atto per l’analisi del testo, sia che si tratti di un testo narrativo, sia che si tratti di poesia.
Vediamo ora le specificità dell’analisi del testo poetico, prendendo ad esempio una celebre poesia di Giacomo Leopardi, A Silvia.
Qual è la prima cosa da fare per una buona analisi di una poesia? Sicuramente leggerla: con questo intendiamo una lettura impegnata, per sforzarsi di capire l’insieme dei termini, e farci un’idea di quello che l’autore intende dire. Per questo motivo non basta una sola lettura, ma è meglio leggere il testo almeno due volte, insieme all’introduzione (se c’è) e alle note.
Introduzione
Iniziamo la fase di scrittura con un’introduzione, una sorta di cappello generale sulla poesia e sull’autore. Un esempio potrebbe essere:
A Silvia è una lirica composta da Giacomo Leopardi, tra il 19 e il 20 aprile del 1828, subito dopo Il risorgimento. Leopardi la scrisse poi in forma definitiva il 29 settembre. Secondo molti storici, la figura di Silvia sarebbe in realtà da collegare a Teresa Fattorini, figlia del cocchiere di casa Leopardi, nata il 10 ottobre 1797. Morì stroncata dalla tubercolosi nel settembre 1818, all’età di soli vent’anni. La poesia, infatti, è un emblema della riflessione leopardiana sul ricordo e tocca diverse tematiche importanti, come la fragilità della vita.
Parafrasi della poesia
La parafrasi è utile a mettere in chiaro il significato delle parole poetiche, sostituendole con vocaboli di uso comune e facilmente comprensibili. Proviamo a fare la parafrasi dei versi iniziali di A Silvia:
Testo
Silvia, rimembri ancora
Quel tempo della tua vita mortale,
Quando beltà splendea
Negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
E tu, lieta e pensosa, il limitare
Di gioventù salivi?
Parafrasi
Silvia, ricordi ancora
quel tempo della tua breve vita mortale
quando nei tuoi occhi ridenti e timidi
splendeva la bellezza, e tu, felice
e pensierosa, ti avvicinavi
al fiorire della giovinezza?
Il commento
Dopo la parafrasi, un’analisi del testo poetico prevede anche un commento sui versi, descrivendo il contenuto di ogni singola strofa, parlando in III persona e analizzando tutti gli elementi che ci sembrano importanti.
Sempre in riferimento alla prima strofa, potremmo scrivere:
L’opera leopardiana esordisce con una domanda retorica, rivolta proprio a Silvia: ricorda, lei, la sua giovinezza? L’interrogativo resta senza risposta. L’immagine che abbiamo di Silvia ci viene offerta dagli occhi del poeta e dai suoi ricordi. Utilizzare il termine rimembri, infatti, pone subito la dimensione temporale come punto focale attorno a cui, oltre a Silvia, ruota anche il poeta: il prima e il dopo, il passato felice, cui appartiene anche la speranza (quindi il futuro nel passato), e il triste presente.
Struttura della poesia
A questo punto è giunto il momento di analizzare la struttura della poesia, cogliendo tutti gli elementi formali. Stiamo parlando di:
- Metrica
- Rima
- Figure retoriche e linguaggio
Nel caso della metrica, riferendoci al nostro esempio di analisi del testo poetico, potremmo scrivere:
La poesia è una canzone libera di endecasillabi e settenari con prevalenza di quest’ultimi: 34 settenari e 29 endecasillabi.
Nel caso della rima:
L’ultimo verso di ciascuna strofa rima con uno dei versi che lo precedono.
Infine, parlando di figure retoriche e linguaggio:
Il ritmo della poesia è reso incalzante grazie soprattutto alle anafore. Ne è un esempio: “Che pensieri soavi, / Che speranze, Che cori” (vv. 28-29). Per la stessa ragione, troviamo la geminatio (ripetizione) “o natura, o natura” (v. 36). Anche le enjambements sono presenti nell’opera leopardiana: “sonavan le quiete / stanze” (vv. 7-8); “peria fra poco / la speranza mia dolce” (vv. 49-50); “negaro i fati / la giovanezza” (vv. 52-53). Le metafore più importanti sono: “il fiore degli anni tuoi” (v. 43), cioè la giovinezza; e “cara compagna dell’età mia nova” (v. 54), per indicare la “speranza”, e quindi le aspettative del futuro. Rilevanti anche metonimie come “sudate carte” (v. 16); “faticosa tela” (v. 22); “lingua mortal” (v. 27). Per quanto riguarda i suoni della poesia abbiamo un trionfo della sillaba “-vi” presente anche nel nome “Silvia”, che produce numerose allitterazioni: ne sono esempi “vita” (v. 2), “fuggitivi” (v. 4), “salivi” (v. 6), “sedevi” (v. 11), “avevi” (v. 12), “solevi” (v. 13), “soavi” (v. 28), “perivi” (v. 42), “vedevi” (v. 42).
Approfondimento e conclusione
Dopo l’analisi, è giunto il momento di integrare eventuali approfondimenti sulla vita e sul pensiero del poeta, tenendo in assoluta considerazione anche il contesto in cui l’opera è stata scritta.
Su come fare un’analisi del testo abbiamo detto tutto, per ora: siamo certi che, grazie ai nostri consigli, riuscirai ad apprendere tutti i passaggi utili per svolgere al meglio questo tipo di attività.